CALCOLO DELLA PERCENTUALE D’INVALIDITA’ CIVILE IN CASO DI MENOMAZIONI PLURIME

Se la persona invalida è affetta da più menomazioni, la Commissione valutatrice in ambito diinvalidità civile deve prima una valutazione per ciascuna e quindi procedere ad una “somma” di tali valutazioni per ottenere la percentale d’invalidità complessiva.

Ma in realtà esistono diverse possibilità e quindi, ai fini del calcolo della percentuale di invalidità civile complessiva, lo stesso DM 05/02/1992 prevede tre possibilità:

  1. che le menomazioni plurime siano già tabellate,
  2. che le menomazioni siano concorrenti,
  3. che le menomazioni siano coesistenti.

In relazione alle menomazioni plurime già tabellate, naturalmente il calcolo è semplice perchè è già insito nelle indicazioni tabellari. Tipici esempi sono quelli dei deficit visivi binoculari, dei deficit uditivi, la perdita di tutte le dita della mano, perdita dei due piedi, perdita di entrambe le mani, etc

Per menomazioni concorrenti , secondo la specifica descrizione  inserita nella “Prima parte: “Modalità d’uso della nuova tabella d’invalidità” del DM 05/02/1992 si indicano ” ... le menomazioni che interessano lo stesso organo o lo stesso apparato …”.

Quindi possono essere in coesistenza menomazioni che interessano la spalla o la mano di uno stesso arto, ad esempio la lesione del nervo ulnare e un’anchilosi di spalla, menomazioni che interessano gli occhi (ad es. glaucoma e deficit visivo), e via dicendo.

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Per menomazioni coesistenti si intendono invece ” … le menomazioni che interessano organi ed apparati funzionalmente distinti tra loro. …”: ad esempio sono coesistenti una cardiopatia e una patologia dell’apparato digerente.

MENOMAZIONI COESISTENTI

Per il calcolo della percentuale di invalidità per le menomazioni coesistenti il DM 05/02/1992 indica una metodica precisa:

” …  dopo aver effettuato la valutazione percentuale di ciascuna menomazione si esegue un calcolo riduzionistico mediante la seguente formula espressa in decimali:

IT = IP1 + IP2 – (IP1 x IP2)

dove l’invalidità totale finale IT è uguale alla somma delle invalidità parziali IP1, IP2, diminuita del loro prodotto.

Ad esempio, se la prima menomazione (IP1) è valutata con il 20% e la seconda (IP2) con il 15%, il risultato finale (IT) sarà (0,20+0,15)-(0,20×0,15) = 0,32 e quindi 32%. …”

Si tratta di una formula di calcolo riduzionistico conosciuta anche come “formula di Balthazard”

In forma meno matematica, sempre come esempio, se sono riconosciute 2 menomazioni valutabili rispettivamente il 50% ed il 40%, la somma non sarà 90% ma 70%: 50 + il 40% di ciò che resta =>[50 + (50:100 x 40)]= 70. Per una terza o quarta menomazione si procede allo stesso modo, quindi aggiungendo la percentuale della differenza tra 100 e la percentuale già ottenuta precedentemente.

In alternativa, per effettuare il calcolo più rapidamente, generalmente le Commissioni sono dotate di una tabella per il calcolo combinato, che sostanzialmente è questa

INV-CIV-calcolo riduzionisticoSi sommano le prime 2 menomazioni e quindi in successione tutte le altre.

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Da ricordare che le menomazioni valutabili dall’1% al 10%, se non in concorrenza con altre dello stesso apparato organo-funzionale, non possono essere inserite nel calcolo complessivo.

 MENOMAZIONI CONCORRENTI.

Per ciò che riguarda le menomazioni concorrenti, il DM 05/02/1992 è meno preciso:

… In alcuni casi, il concorso è direttamente tariffato in tabella (danni oculari, acustici, degli arti ecc.).
In tutti gli altri casi, valutata separatamente la singola menomazione, si procede a valutazione complessiva, che non deve di norma consistere nella somma aritmetica delle singole percentuali, bensì in un valore percentuale proporzionale a quello tariffato per la perdita totale anatomo-funzionale dell’organo o dell’apparato. …

 Una indicazione sicuramente molto generica, tanto che nel tempo si è consolidato l’uso del cosiddetto “calcolo con formula intermedia Salomonica” che permette di ottenere una percentuale approssimativamente a metà tra la somma matematica e il calcolo riduzionistico di Balthazard.

Anche in questo caso esiste una formula matematica, che non è indicata nel DM,  ma è di uso praticamente universale da parte delle Commissioni.

Esprimendo le percentuali in decimali (ad esempio 45%=0,45), la formula del calcolo Salomonico è questa:  INV. TOT= [(1aMen +2a Men)] – [(1aMen1 x 2a Men )/2]

 In modo semplice, esprimendo le percentuali in decimali, l’invalidità complessiva si ottiene sottraendo alla somma delle menomazioni la metà del loro prodotto.

ESEMPIO:

  • 1a Menomazione=45%
  • 2a Menomazione=35%

Esprimendole in decimali è:

  • 1a Menomazione=0,45
  • 2a Menomazione=0,35

Quindi:

  • somma: 0,80
  • prodotto= 1,189
  • 1/2 (metà) del prodotto=0,0945

quindi si sottrae alla somma il semiprodotto=0,71

In sostanza, se due menomazioni concorrenti provocano una invalidità rispettivamente del 45% e del 35%, la percentuale complessiva di invalidità è il 71%; con la metodica di Balthazard sarebbe stata il 64%.

In questo caso, le singole menomazioni concorrenti con percentuale inferiore all’11% possono essere inserite nel calcolo complessivo, purché quest’ultimo sia a sua volta uguale o superiore all’11%.

A titolo solamente indicativo, riporto una tabella del calcolo tramite la formula intermedia Salomonica con step di 5 punti percentuali; il calcolo manuale quindi può dare risultati lievemente differenti.

Tabella calcolo salomonico

Dott. Salvatore Nicolosi

Consulente Servizi Medicina Legale INCA-CGIL di Siracusa


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