CRITERI APPLICATIVI – Tabella menomazioni DANNO BIOLOGICO INAIL

DM 12/07/2000

 

L’elencazione delle menomazioni segue una numerazione progressiva funzione dell’ordine alfabetico seguito per apparati / sensi / tessuti di riferimento.
Nella specie: cardio-circolatorio, cicatrici e dermopatie, digerente, emopoietico, endocrino, patologia erniaria, neoplasie, nervoso, osteoarticolare e muscolare, otorinolaringoiatrico, respiratorio, sessuale, visivo.
La descrizione della menomazione esplicitata nelle singole voci è riferibile al valore massimo indicato in tabella.
Nel caso di danni composti, vale a dire comprensivi di più menomazioni, la valutazione non potrà essere il risultato della somma delle singole menomazioni tabellate. In tali casi, infatti, si dovrà procedere a stima complessiva del danno con riferimento all’entità del pregiudizio effettivo dell’apparato e/o della funzione interessata dalle menomazioni.
In caso di danni policroni professionali, sia riferibili a menomazioni ricadute in franchigia, sia a menomazioni indennizzate con capitale o in rendita, il danno biologico permanente finale sarà sempre il risultato di una valutazione complessiva. La stessa sarà guidata dai criteri comunemente utilizzati nella valutazione di menomazioni coesistenti e concorrenti.
Per menomazioni concorrenti devono intendersi quelle che incidono su organi od apparati strettamente sinergici.
In caso di abolizione di funzione di organo o di senso pari (reni, occhi, ecc.), qualora la stessa ricada su soggetti portatori di preesistenza extralavorativa o lavorativa, incidente sullo stesso organo o senso, il danno biologico permanente sarà uguale all’abolizione bilaterale tabellata.
L’applicazione della formula Gabrielli nei casi previsti dalla normativa vigente è, invece, indicata qualora debbano valutarsi anche perdite parziali di organo o senso pari.
Nella valutazione del danno la perdita funzionale non è equiparata a quella anatomica. Quest’ultima assume, di norma, connotazione di maggiore gravità.
Nell’ambito della stima del danno, il computo dei disturbi correlati, a carattere locale, non può portare a valutazioni superiori a quelle previste per la perdita anatomica del segmento interessato.
Ulteriori criteri applicativi sono stati inseriti al termine dell’elencazione delle voci tabellari.
 
MENOMAZIONE – %
1. Cardiopatie riconducibili a classe I NYHA Fino a 10
2.
Cardiopatie riconducibili a classe II NYHA Con frazione d’eiezione tra 50% e 40%
11-30
3.

Cardiopatie riconducibili a classe III NYHA


a. con frazione d’eiezione tra 39% e 30%


b. con frazione d’eiezione inferiore a 30%

 

31-70


31- 60

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61-70
4. Cardiopatie riconducibili a classe IV NYHA > 70
5. Esiti anatomici di pericardite o pericardiectomia senza disturbi funzionali di rilievo Fino a 8
6. Disturbi del ritmo e/o della conduzione di significato clinico-patologico ma non richiedenti trattamento farmacologico Fino a 5
7. Disturbi del ritmo e/o della conduzione complessi controllabili con trattamento farmacologico e/o con impianto di pace maker Fino a 10
8. Disturbi del ritmo e/o della conduzione persistenti nonostante trattamento farmacologico o impianto di pace maker, a seconda della complessità del disturbo residuo Fino a 45
9. Trapianto di cuore, con insufficienza residua riconducibile a classe I NYHA 40
10. Trapianto di cuore, con insufficienza residua riconducibile a classe II NYHA 50
11. Trapianto di cuore, con insufficienza residua riconducibile a classe III NYHA 75
12. Ipertensione arteriosa non complicata e controllata con trattamento dietetico o farmacologico Fino a 5
13. Ipertensione arteriosa non complicata, non perfettamente controllata con terapia ovvero controllata mediante complesso trattamento farmacologico Fino a 10
14. Ipertensione arteriosa con ipertrofia ventricolare sinistra ecocardiograficamente apprezzabile, alterazioni del fondo oculare di 1° e 2° grado e/o iniziale interessamento renale Fino a 25
15. Ipertensione arteriosa con ipertrofia ventricolare sinistra, alterazioni del fondo oculare di 3° grado, insufficienza renale moderata Fino a 40
16. Ipertensione arteriosa con ipertrofia ventricolare sinistra, alterazioni del fondo oculare di 3° grado, insufficienza renale grave Fino a 50
17. Ipertensione maligna, a seconda dell’interessamento sistemico > 50
18.
Arteriopatia arti superiori –
Il paziente non accusa dolore a riposo né sotto sforzo, calcificazioni e dilatazioni dei vasi apprezzabili strumentalmente
Fino a 5
19.
Arteriopatia arti superiori –
Dolore a seguito di impegno fisico degli arti; sono presenti ulcere persistenti, a seconda del livello e della mono o bilateralità
Fino a 20
20.
Arteriopatia arti superiori –
Presenza di disturbi trofici con amputazioni, a seconda del livello e della mono o bilateralità
21-85
21.
Sindrome dello stretto toracico in fase iniziale, a seconda della mono o bilateralità
Fino a 6
22.
Arteriopatia arti inferiori –
Pazienti in stadio I di Fontaine-Lériche
Fino a 5
23.
Arteriopatia arti inferiori –
Pazienti in stadio II di Fontaine-Lériche
6-20
24.
Arteriopatia arti inferiori –
Pazienti in stadio IIb di Fontaine-Lériche
21-30
25.
Arteriopatia arti inferiori –
Pazienti in stadio III di Fontaine-Lériche
31-55
26.
Arteriopatia arti inferiori –
Pazienti in stadio IV di Fontaine-Lériche
Fino a 80
27.
Flebo-linfopatie arti inferiori –
Soggetti con flebolinfostasi regredibile mediante adeguata elastocompressione, con edema serotino, cianosi, parestesie, sofferenza alla marcia
Fino a 5
28.
Flebo-linfopatie arti inferiori –
Sindrome postflebitica totalmente o parzialmente ricanalizzata.
Varici complicate da varicoflebiti con segni importanti di stasi e/o turbe trofiche.
In ambedue i casi possono essere presenti retrazioni cicatriziali
Fino a 20
29.
Flebo-linfopatie arti inferiori –
Pazienti portatori di: trombosi venosa profonda, malattia post-flebitica con ostruzione permanente dei collettori profondi e importanti segni di stasi.
Linfedema medio-grave ed irreversibile; ulcerazioni profonde bilaterale; varicorragie
Fino a 50
30. Linfedema mostruoso, irreversibile, degli arti inferiori Fino a 70
31.
Vasculopatia, aneurismi dell’aorta – 1


a) Esiti di intervento chirurgico o di endoprotesi su aneurisma dell’aorta, a seconda del livello e dei disturbi residui


b) Esiti di intervento chirurgico su aneurisma complicato dell’aorta, a seconda del livello e dei disturbi residui
————


Fino a 20


Fino a 30
32.
Vasculopatia, aneurismi dell’aorta – 2
Aneurisma dell’aorta non operabile, a seconda del tratto, dell’estensione e del diametro
Fino a 45
33.
Vasculopatia, sindrome di Raynaud – 1
Assenza del fenomeno di Raynaud, assenza del recupero della temperatura cutanea e del polso sino a 40′ dalla fine del cold-test, pronta risposta alla trinitrina
Fino a 5
34.
Vasculopatia, sindrome di Raynaud – 2
Forme subcliniche con fenomenologia di Raynaud; comparsa di tipica crisi ischemica nel corso del cold-test a carico delle falangi distale ed intermedia di più dita, pronta risposta alla trinitrina
Fino a 12
35.
Vasculopatia, sindrome di Raynaud – 3
Presenza di disturbi trofici: ulcerazioni superficiali a carico dell’estremità superiori, assenza assoluta di risposta alla trinitrina
Fino a 20
36.
Cicatrici cutanee, non interessanti il volto ed il collo, distrofiche, discromiche
Fino a 5
37.
Cicatrici cutanee deturpanti, non interessanti il volto ed il collo
Fino a 12
38. Cicatrici cutanee, interessanti il volto ed il collo, a seconda della natura, della estensione e del complessivo pregiudizio fisionomico o fisiognomico, fino alla deturpazione Fino a 30
39. Dermopatia cronica a genesi irritativa, con alterazione della sensibilità, a seconda del tipo e della diffusione delle lesioni Fino a 7
40. Dermopatia cronica a genesi irritativa, a seconda del tipo e della diffusione delle lesioni, comunque interessanti il volto e/o il collo e gli arti, con alterazione della sensibilità ed apprezzabile pregiudizio estetico Fino a 16
41. Stato di sensibilizzazione con risposta dermatitica ad allergene (professionale, non professionale) a seconda della gravità e della frequenza delle riacutizzazioni Fino a 5
42. Dermopatia cronica a genesi allergica, con alterazione della sensibilità, a seconda del tipo e della diffusione delle lesioni Fino a 8
43. Dermopatia cronica a genesi allergica, con alterazione della sensibilità ed apprezzabile pregiudizio estetico, a seconda del tipo e della diffusione delle lesioni, comunque interessanti il volto e/o il collo e gli arti Fino a 20
44.

Perdita di singoli elementi dentari, se non protesizzabili 1

  1. incisivo inferiore
  2. incisivo superiore
  3. canino
  4. premolare
  5. I molare
  6. II molare
  7. III molare

 

————-

  1. 0.5
  2. 1
  3. 1.25
  4. 0,75
  5. 1,25
  6. 1
  7. 0,5
45. Esiti di fratture del condilo mandibolare consistenti in sintomi ed alterazioni condilari minori Fino a 4
46. Esiti di fratture del condilo mandibolare consistenti in sintomi ed alterazioni condilari maggiori Fino a 8
47. Esiti di lesione del condilo mandibolare consistenti in importante sindrome algico-disfunzionale e irreversibile deficit articolare (distanza i.c. intorno a 20 mm) Fino a 12
48. Stenosi esofagea di grado moderato con alterazione del transito e necessità di adeguato regime alimentare, senza ripercussioni sullo stato nutrizionale generale, a seconda del grado di disfagia Fino a 10
49. Stenosi esofagea marcata con ripercussioni sullo stato nutrizionale generale, necessità di trattamento terapeutico e di alimentazione semiliquida Fino a 20
50. Stenosi esofagea serrata e disturbi funzionali conseguenti Vedasi voci da n. 53 a n. 56
1. In caso di protesizzazione o di reimpianto, già effettuato al momento della valutazione dei postumi, l’indicazione percentuale proposta nella guida è ridotta della metà. In caso di protesizzazione successiva degli elementi dentari già valutati ed indennizzati, dovrà procedersi a rivalutazione del danno per miglioramento in sede di prima revisione utile.
 
51. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,con sintomi e segni saltuari senza ripercussione sullo stato generale, richiedente trattamento dietetico e/o farmacologico, senza palese limitazione delle attività ordinarie ed usuali Fino a 8
52. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,con sintomatologia intermittente, apprezzabile nelle fasi di acuzie, non condizionante funzioni di assorbimento ed escretorie, con opportunità di trattamento medico e cautele igieniche costanti, con apprezzabile e concreta limitazione di alcune delle attività ordinarie ed usuali Fino a 15
53. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,con sintomatologia subcontinua, ripercussione sullo stato generale ed eventuale perdita di peso, richiedente necessità di trattamento farmacologico, dietetico e cautele igieniche, interferenza sulle attività ordinarie superiore a quella della classe precedente Fino a 25
54. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,con sintomi e segni continui di grado moderato, compromissione dello stato generale e perdita di peso intorno al 20% rispetto a quello usuale per il soggetto e comunque al di sotto di quello ideale, necessità di trattamento medico e/o chirurgico, limitazione concreta delle attività ordinarie ed usuali Fino a 40
55. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,con sintomi e segni continui o subcontinui di entità severa, rilevante perdita di peso comunque superiore ai livelli della classe precedente, trattamento medico e/o chirurgico non efficace, conservazione dell’autonomia gestionale e relazionale nel contesto di una concreta e grave limitazione delle attività svolte dal soggetto Fino a 55
56. Patologia gastrica e intestinale flogistica e/o stenotica e/o da resezione (comprensiva del danno anatomico), a seconda del tratto,severa compromissione dello stato generale conseguente alla alterazione delle funzioni gastro-intestinali, inefficacia dei trattamenti medici e/o chirurgici, dimagrimento non altrimenti controllato, riflessi sull’autonomia personale del soggetto e/o con obbligata degenza a letto e/o con impossibilità allo svolgimento delle attività minime relazionali > 55
57. Incontinenza dello sfintere anale totale e permanente, con disturbi secondari locali Fino a 40
58. Ano preternaturale, a seconda della malattia di base 2 Fino a 40
59. Esiti di lesione epatica contusivo-emorragica e/o discontinuativa consistente in cicatrici, disturbi post-aderenziali e/o modeste alterazioni bioumorali Fino a 8
60. Esiti di epatectomia per 1/3 dell’organo, con alterazioni bioumorali Fino a 16
61. Epatite cronica con alterazioni morfologiche ecografiche e cliniche di lieve entità, modifiche modeste degli indici bioumorali, assenza di fibrosi Fino a 8
62. Epatite cronica con segni di moderata fibrosi, alterazione costante degli indici bioumorali di necrosi e funzionalità, epatomegalia Fino a 25
63. Epatite cronica con segni di discreta attività, alterazione costante degli indici bioumorali di necrosi e funzionalità, splenomegalia; a seconda anche della positività HBV o HCV in caso di genesi virale Fino a 45
64. Epatite cronica con segni di ascite conclamata ma controllabile con trattamento medico-dietetico, a seconda del grado di encefalopatia Fino a 60
65. Epatite cronica con segni di ascite scompensata, difficilmente controllabile con terapia medico-dietetica, a seconda delle complicanze comparse e soprattutto del grado di encefalopatia > 60
66. Esiti di colecistectomia, a seconda dei disturbi residui Fino a 5
67. Pancreatite cronica con dolore continuo-subcontinuo, con segni di iniziale insufficienza esocrina e necessità di trattamento farmacologico Fino a 15
68. Pancreatite cronica con conclamata sindrome da malassorbimento e rilevante calo ponderale Fino a 40
69. Anemia aplastica di grado non grave, a seconda anche dell’efficacia del trattamento Fino a 20
70.
Anemia aplastica grave, a seconda delle manifestazioni cliniche e dell’efficacia del trattamento
(neutrofili < 500 /mm3, piastrine < 20.000 /mm3, reticolociti < 40.000 /mm3)
Fino a 60
71.
Anemia aplastica molto grave, a seconda anche dell’efficacia del trattamento
(neutrofili < 200 /mm3, piastrine < 20.000 /mm3, reticolociti < 40.000 /mm3)
> 60
72. Anemia emolitica non immune con buon compenso midollare Fino a 10
73. Anemia emolitica non immune con necessità terapeutiche, a seconda delle manifestazioni cliniche Fino a 35
74. Anemia emolitica non immune grave > 35
75. Disordini emorragici da piastrinopenia non grave, a seconda della frequenza e della gravità dei disturbi Fino a 10
76.
Disordini emorragici da piastrinopenia grave, a seconda della frequenza e della gravità dei disturbi
(piastrine <= 20.000 /mm3)
Fino a 40
77.
Disordini emorragici da piastrinopenia severa, a seconda della frequenza e della gravità dei disturbi
(piastrine <= 10.000 /mm3)
> 40
78. Porfiria cutanea tarda con manifestazioni cliniche apprezzabili e costanti Fino a 10
79. Porfiria cutanea tarda, complicata con epatopatia a seconda del grado > 10
80. Leucemia mieloide cronica in fase iniziale, asintomatica, a seconda delle necessità e degli effetti terapeutici Fino a 40
81. Leucemia mieloide cronica con disturbi minori Fino a 80
82. Leucemia mieloide cronica in fase accelerata > 80
83. Leucemia mieloide cronica in fase blastica 100
84. Leucemia linfatica cronica con interessamento sino a tre stazioni linfonodali, stadio A della classificazione internazionale, a seconda dei disturbi e delle necessità terapeutiche Fino a 30
85. Leucemia linfatica cronica con più di tre stazioni linfonodali coinvolte, stadio B della classificazione internazionale, a seconda dei sintomi sistemici progressivi Fino a 80
86. Leucemia linfatica cronica stadio C della classificazione internazionale, con anemia e piastrinopenia gravemente sintomatiche, indipendentemente dalle stazioni linfonodali coinvolte > 80
87
Linfomi non-Hodgkin’s –
Linfomi B a basso grado di malignità, secondo classificazione di Kiel, in base allo stadio di maturazione linfocitaria ed alla capacità di risposta alla terapia
Fino a 30
88.
Linfomi non-Hodgkin’s –
Linfomi B ad alto grado di malignità, secondo classificazione di Kiel, in base allo stadio di maturazione linfocitaria ed alla capacità di risposta alla terapia
> 30
89.
Linfomi non-Hodgkin’s –
Linfomi T a basso grado di malignità, secondo classificazione di Kiel, comprensivi dei linfomi T periferici non specificati, in base allo stadio di maturazione linfocitaria ed alla capacità di risposta alla terapia
Fino a 30
90.
Linfomi non-Hodgkin’s –
Linfomi T ad alto grado di malignità, secondo classificazione di Kiel, comprensivi dei linfomi T periferici non specificati, in base allo stadio di maturazione linfocitaria ed alla capacità di risposta alla terapia
> 30
91. Recidive di linfomi non-Hodgkin’s, già trattati con trapianto di midollo allogenico > 80
92. Linfoma non-Hodgkin’s in AIDS > 80
93.
Morbo di Hodgkin, stadio IA, IIA secondo Ann Arbor in base agli effetti cronici della terapia
Fino a 10
94. Morbo di Hodgkin, stadio IA, IIA con interessamento di almeno quattro siti o con presenza di massa tumorale; stadio IIIA, IB, IIB secondo Ann Arbor in base anche alla persistenza di sintomi ed alla capacità di risposta alla terapia Fino a 40
95. Morbo di Hodgkin, stadio IIIB, IVA, IVB secondo Ann Arbor > 40
96. Mieloma multiplo in stadio I secondo Durie e Salmon, in base all’entità ed alla completezza del quadro sindromico (funzionalità renale e lesioni osteolitiche in particolare) Fino a 45
97. Mieloma multiplo in stadio II secondo Durie e Salmon,in base all’entità ed alla completezza del quadro sindromico (funzionalità renale e lesioni osteolitiche in particolare) Fino a 80
98. Mieloma multiplo in stadio III secondo Durie e Salmon,in base all’entità ed alla completezza del quadro sindromico (funzionalità renale e lesioni osteolitiche in particolare) > 80
99. Policitemia vera in fase proliferativa o stabile, a seconda del grado di eritrocitosi e trombocitosi, della sussistenza dei sintomi correlati e delle necessità terapeutiche Fino a 25
100. Policitemia vera in fase spenta, a seconda del quadro sindromico corelato, della natura e dell’entità delle complicanze > 25
 
2. La valutazione dell’ano preternaturale, espressa con valore massimo (40%), è comprensiva della patologia di base qualora la stessa non comporti maggiore valutazione.
 
101. Policitemia vera complicata da tumori o in trasformazione leucemica > 80
102. Infezione cronica da HIV in asintomatico o con linfoadenopatia generalizzata persistente (PGL), con linfociti TCD4+ > 500 /mm3, a seconda della carica virale plasmatica
Fino a 16
103. Infezione cronica da HIV in asintomatico o con linfoadenopatia generalizzata persistente (PGL), in trattamento, con linfociti TCD4+ compresi tra 200 e 500 /mm3 Fino a 30
104. Infezione cronica da HIV in asintomatico o con linfoadenopatia generalizzata persistente (PGL), in trattamento, con linfociti TCD4+ < 200 /mm3 Fino a 45
105. Infezione cronica da HIV in sintomatico, in stadio iniziale, con linfociti TCD4+ > 500 /mm3, a seconda della natura e della gravità delle complicanze cliniche 3 Fino a 25
106.
Infezione cronica da HIV in sintomatico, in stadio intermedio, con linfociti TCD4+ compresi tra 200 e 500 /mm3, a seconda della natura e della gravità delle complicanze cliniche
Fino a 45
107. Infezione cronica da HIV in sintomatico, in stadio avanzato, con linfociti TCD4+ < 200 /mm3, a seconda della natura e della gravità delle complicanze cliniche Fino a 80
108. Infezione cronica da HIV in stadio tardivo, con linfociti TCD4+ < 50 /mm3, a seconda della natura e della gravità delle complicanze cliniche > 80
109. Splenectomia con necessità di accorgimenti terapeutici Fino a 9
110. Diabete Mellito di tipo II in buon controllo metabolico Fino a 10
111. Diabete Mellito di tipo II insulino-trattato, ben compensato Fino a 15
112. Diabete Mellito di tipo II senza adeguato controllo metabolico Fino a 25
113. Diabete Mellito di tipo II scompensato, a seconda dell’interessamento sistemico > 25
114. Diabete Mellito di tipo I Fino a 25
115. Diabete Mellito di tipo I instabile, a seconda dell’interessamento sistemico > 25
116. Diabete insipido con assente o residuale poliuria, polidipsia, in trattamento Fino a 5
117. Diabete insipido in controllo farmacologico incompleto, a seconda della sindrome residuale Fino a 25
118. Esiti di tireopatia, ipo – iper, richiedenti trattamento, con manifestazioni cliniche conseguenti a disturbi funzionali marcati, persistenti Fino a 20
119. Esiti di tiroidectomia, parziale o totale, a seconda dell’efficacia del trattamento sostitutivo farmacologico, con manifestazioni cliniche conseguenti a disturbi funzionali marcati Fino a 22
120. Insufficienza surrenalica ben compensata con trattamento sostitutivo, in assenza o con sfumati effetti iatrogeni Fino a 16
121. Insufficienza surrenalica non controllata farmacologicamente e a seconda delle crisi addisoniane e degli squilibri idro-elettrolitici Fino a 50
122. Obesità con indice di massa corporea (IMC o BMI) compreso tra 40 e 60 4 Fino a 16
123. Ernia inguinale operabile Fino a 5
124. Ernia crurale operabile Fino a 5
125. Ernia epigastrica, ombelicale, ipogastrica operabile Fino a 5
126. Laparocele, a seconda delle dimensioni (>10 cm) Fino a 8
127. Ernie operate con successo Da valutarsi come cicatrici semplici
128. Ernia diaframmatica operabile Fino a 5
129. Ernia non operabile Fino a 9
130. Lesioni precancerose efficacemente trattate Fino a 5
131. Neoplasie maligne che si giovano di trattamento medico e/o chirurgico locale, radicale 5 Fino a 10
132. Recidive di neoplasia maligna che si giovano di trattamento medico e/o chirurgico locale, radicale 6 Fino a 16
133. Neoplasie maligne che si giovano di trattamento medico e/o chirurgico ai fini di una prognosi quoad vitam superiore a 5 anni, a seconda della persistenza e dell’entità di segni e sintomi minori di malattia, comprensivi degli effetti collaterali della terapia Fino a 30
134.
Neoplasie maligne che non si giovano di trattamento medico e/o chirurgico ai fini di una prognosi quoad vitam superiore a 5 anni;
i pazienti richiedono speciali cure ed assistenza, sono sostanzialmente abili allo svolgimento delle necessità primarie ed agli atti del vivere comune
Fino a 60
135. Neoplasie maligne che non si giovano di trattamento medico e/o chirurgico ai fini di una prognosi quoad vitam superiore a 5 anni, il supporto terapeutico ed assistenziale è necessario e continuo, il soggetto è severamente disabile, è indicata l’ospedalizzazione Fino a 80
136. Neoplasie maligne con metastasi plurime diffuse e severa compromissione dello stato generale con necessità di ospedalizzazione ovvero di presidi domiciliari equivalenti, sebbene la morte non sia imminente > 80
137. Cachessia neoplastica 100
138. Tetraplegia alta 7 100
139. Emiplegia flaccida 85
140. Emiplegia spastica con possibilità di deambulare con appoggio ed arto superiore funzionalmente perduto Fino a 75
141. Paraplegia 8 85
142. Monoplegia dell’arto superiore
d. 58
n.d. 48 9
143. Monoplegia arto inferiore 55
144. Tetraparesi, a seconda del deficit di forza Fino a 80
145. Paraparesi con deficit di forza di media entità, deambulazione consentita con appoggio 46 – 50
146. Paraparesi con deficit di forza di lieve entità, deambulazione deficitaria ma possibile senza appoggio 40 – 45
147. Monoparesi dell’arto superiore con grave deficit di forza e della compromissione dei movimenti fini della mano
d. fino a 45
n.d. fino a 40 9
148. Monoparesi dell’arto inferiore a seconda del deficit di forza e della compromissione deambulatoria 25-35
149. Emiparesi con grave deficit di forza, deambulazione con appoggio, perdita o grave difficoltà ai movimenti fini della mano dominante Fino a 60
150. Emiparesi con medio deficit di forza, possibilità di deambulazione senza appoggio, difficoltà ai movimenti fini della mano dominante Fino a 35
 
3. La ascrivibilità del paziente con HIV sintomatica ad uno degli stadi indicati in tabella, è funzione del livello di CD4+ e delle patologie opportunistiche e/o neoplastiche e/o neurologiche manifestate. La teorica relazione tra i due fondamenti valutativi (numero dei linfociti e sindrome clinica) non esclude che pazienti con gravi e persistenti complicanze opportunistiche e con buon livello di CD4+ siano valutati ed inseriti nello stadio più avanzato rispetto a quello indicato dai CD4+. In altri termini, in caso di discordanza tra il livello di CD4+ ed il tipo e la gravità della patologia opportunistica o neoplastica o neurologica, la valutazione del danno sarà guidata e motivata essenzialmente dal secondo dei due elementi (complicanze cliniche). Detta stadiazione, cosiddetta aperta, è tanto più applicabile in quanto si è in presenza di plurime patologie opportunistiche ricadenti tra quelle maggiori.
4. L’Indice di Massa Corporea o Body Mass Index è espresso dalla seguente formula:
IMC = P:h2 , ove P è il peso espresso il Kg, h è l’altezza espressa in metri.
5. Deve intendersi per trattamento radicale l’exeresi, locale e/o distrettuale della massa tumorale con interruzione presuntiva del processo neoplastico.
6. Nel caso di recidive multiple il punteggio complessivamente assegnato, a seguito di accertamenti policroni, deve far riferimento alla voce che costituisce il limite massimo di danno indennizzabile.
7. Il valore percentuale del 100% va esclusivamente riservato ai casi di menomazione corrispondenti alla tetraplegia alta ovvero, in altri termini, alla pentaplegia degli anglosassoni; l’interessamento midollare a livello più basso, con condizioni di deficit più sfumato, non giustificano l’eccezionale attribuzione percentuale.
8. Il valore percentuale pari ad 85% è riservato alla condizione di disautonomia motoria del tronco, degli arti inferiori con anche danno genito-urinario.
9. Le sigle d. e n.d. sono da riferirsi, rispettivamente, a lato o arto dominante ed a lato o arto non dominante.
 
151. Emiparesi con minimo deficit di forza e sfumati segni piramidali Fino a 8
152.
Afasia non fluente (motoria o dell’area di Broca):
  • Sfumata
  • Lieve
  • Media
  • Grave
10
 
Fino a 20
Fino a 30
Fino a 45
153.
Afasia fluente (sensopercettiva o dell’area del Wernicke):
  • Sfumata
  • Lieve
  • Media
  • Grave
 
Fino a 20
Fino a 35
Fino a 45
Fino a 65
154.
Afasia globale:
  • Media
  • Grave
 
Fino a 65
>80
155. Paralisi totale del plesso brachiale
d. 58
n.d. 48 9
156. Sindrome radicolare superiore tipo Duchenne-Erb, a seconda del lato Fino a 42
157. Sindrome radicolare media tipo Remak, a seconda del lato Fino a 25
158. Sindrome radicolare superiore tipo Dejerine-Klumpke, a seconda del lato Fino a 40
159. Paralisi totale del nervo radiale a seconda del lato – alta Fino a 35
160. Paralisi totale del nervo radiale a seconda del lato – bassa Fino a 25
161. Paralisi totale del nervo mediano, a seconda del lato e della fase (irritativa, deficitaria, paralitica) – alta Fino a 40
162. Paralisi totale del nervo mediano, a seconda del lato e della fase (irritativa, deficitaria, paralitica) – bassa Fino a 35
163. Esiti neurologici di sindromi canalicolari (a tipo tunnel carpale) con sfumata compromissione funzionale, a seconda dell’efficacia del trattamento e della mono o bilateralità Fino a 7
164. Paralisi totale del nervo ulnare, a seconda del lato e del livello Fino a 25
165. Esiti neurologici di sindromi canalicolari (a tipo tunnel/canale di Guyon, canale cubitale) con sfumata compromissione funzionale, a seconda dell’efficacia del trattamento, a seconda della mono o bilateralità Fino a 6
166. Paralisi totale del nervo circonflesso 16
167. Paralisi completa del nervo muscolo-cutaneo 15
168. Paralisi totale del nervo femorale 30
169. Paralisi totale del nervo sciatico, a seconda del livello Fino a 40
170. Paralisi totale del nervo sciatico popliteo interno 18
171. Paralisi totale del nervo sciatico popliteo esterno 22
172.
Paralisi periferica totale, monolaterale, del nervo facciale
Fino a 18
173.
Nevralgia del trigemino, a seconda della frequenza delle crisi
Fino a 20
174.
Deficit masticatorio da lesione del trigemino
Fino a 5
175.
Deficit sensitivo da lesione del trigemino
Fino a 5
176.
Epilessia con sporadiche crisi, a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate)
Fino a 10
177.
Epilessia trattata farmacologicamente, a seconda della frequenza delle crisi (da mensili a settimanali) e del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate)
Fino a 30
178.
Epilessia non controllata farmacologicamente con crisi settimanali plurime, alterazioni di natura psichiatrica, ideomotorie e comportamentali, svolgimento di attività protette, a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate)
Fino a 60
179.
Epilessia con grave compromissione psicofisica (scadimento sino alla perdita dell’autonomia personale) a seconda del tipo di crisi (semplici, complesse, generalizzate)
> 60
180.
Disturbo post-traumatico da stress cronico moderato, a seconda dell’efficacia della psicoterapia
Fino a 6
181.
Disturbo post-traumatico da stress cronico severo, a seconda dell’efficacia della psicoterapia
Fino a 15
182.
Sindrome soggettiva del traumatizzato cranico
Fino a 4
183.
Disturbo psicotico – sindrome dissociativa di lieve entità
10-20
184.
Disturbo psicotico – sindrome dissociativa di media entità
21-50
185.
Disturbo psicotico – sindrome dissociativa di grave entità
> 50
186.
Sindrome prefrontale psicorganica non grave
Fino a 20
187.
Sindrome prefrontale psicorganica grave o severa
> 20
188.
Deterioramento mentale, sostanzialmente comparabile a stato deficitario semplice
Fino a 50
189.
Deterioramento mentale generale
> 50
190.
Demenza vera
> 90
191.
Anchilosi 10 del rachide in toto, a seconda del coinvolgimento nervoso
Fino a 60
192.
Patologia vertebrale con deficit funzionale complessivo di media o grave entità, con disturbi trofico-sensitivi 11 anche persistenti e disturbi motori solo episodici ma reversibili; quadro diagnostico-strumentale di discoartrosi pluridistrettuale, di grado severo, comunque presente nei tratti cervicale e lombare
Fino a 35
193.
Patologia vertebrale con deficit funzionale complessivo di lieve entità o ai gradi estremi delle escursioni articolari, con disturbi trofico-sensitivi anche persistenti e disturbi motori solo intermittenti, reversibili; quadro diagnostico-strumentale di discoartrosi pluridistrettuale di grado medio-grave, comunque presente nei tratti cervicale e lombare
Fino a 25
194
Esiti di frattura somatica dell’atlante o dell’epistrofeo consistenti in deficit funzionale medio, in assenza di segni e sintomi neurologici persistenti
Fino a 10
195.
Anchilosi del rachide cervicale in posizione favorevole
25
196. Esiti di frattura di vertebra cervicale con residua deformazione somatica, deficit funzionale di media entità e disturbi trofico-sensitivi intercorrenti Fino a 10
197.
Esiti di duplice frattura vertebrale cervicale con residua deformazione somatica, deficit funzionale di media entità ed artrosi reattiva locoregionale
Fino a 16
198.
Esiti di frattura apofisaria cervicale con disfunzionalità residua
Fino a 5
199.
Esiti di distorsione del rachide cervicale con deficit funzionale apprezzabile su base antalgica, disturbi radicolari di natura trofico-sensitiva
Fino a 4
200.
Anchilosi del tratto dorsale
10
 
9. Le sigle d. e n.d. sono da riferirsi, rispettivamente, a lato o arto dominante ed a lato o arto non dominante.
10. La voce anchilosi, utilizzata per i vari segmenti osteo-articolari, deve intendersi come impossibilità attiva e passiva a qualsiasi movimento articolare.
11. Devono intendersi disturbi trofico-sensitivi i disturbi del trofismo cutaneo (a tipo pallore, acrocianosi, ecc.) e disturbi della sensibilità tattile e termo-dolorifica (a tipo ipoestesie, anestesie, parestesie).
 
201. Esiti di frattura di vertebra dorsale con residua deformazione somatica e dolore riflesso Fino a 6
202. Esiti di frattura della XII vertebra dorsale con residua deformazione somatica e deficit funzionale di media entità Fino a 10
203. Esiti di frattura dell’arco o di processo trasverso o di elementi posteriori con dolore riflesso Fino a 3
204. Anchilosi del tratto lombare con risentimento trofico-sensitivo, a seconda dei disturbi motori Fino a 25
205. Esiti di frattura di vertebra lombare con residua deformazione somatica, deficit funzionale di media entità e/o disturbi trofico-sensitivi intercorrenti Fino a 10
206. Esiti di duplice frattura vertebrale lombare con residua deformazione somatica, deficit funzionale di media entità ed artrosi reattiva locoregionale Fino a 16
207. Esiti di frattura apofisaria lombare con disfunzionalità residua Fino a 4
208. Esiti di frattura somatica vertebrale, apprezzabili strumentalmente, in assenza di ripercussione funzionale Fino a 5
209. Esiti di trauma distorsivo o contusivo-distorsivo del rachide lombare con deficit funzionale apprezzabile e disturbi radicolari intercorrenti di natura trofico-sensitiva Fino a 6
210. Esiti di frattura sacrale con deformazione residua e riflesso antalgico disfunzionale Fino a 5
211. Esiti di frattura coccigea consistenti in coccigodinia reattiva e deformazione ossea residua Fino a 6
212. Ernia discale del tratto cervicale con disturbi trofico-sensitivi persistenti Fino a 12
213. Ernia discale del tratto lombare con disturbi trofico-sensitivi persistenti Fino a 12
214. Esiti di frattura di clavicola apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata compromissione funzionale Fino a 2
215. Esiti di lussazione acromioclaveare o sternoclaveare apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata compromissione funzionale Fino a 4
216. Esiti di frattura dello sterno apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata compromissione funzionale Fino a 5
217. Esiti di frattura della scapola, apprezzabili strumentalmente, in assenza di compromissione funzionale Fino a 3
218. Esiti di frattura di una costa apprezzabili con indagini strumentali 2
219. Esiti di fratture costali multiple, viziosamente consolidate; per ogni costa Fino a 1
220. Perdita bilaterale degli arti superiori 12 85
221. Perdita del braccio per disarticolazione scapolo-omerale, a seconda dell’applicazione di protesi efficace
d. 60-65
n.d. 50-55 9
222. Perdita del braccio per amputazione al terzo superiore o terzo medio, a seconda dell’applicazione di protesi efficace
d. 55-60
n.d. 45-50 9
223. Anchilosi completa dell’articolazione scapolo-omerale con arto in posizione favorevole
d. 25
n.d. 20 9
224. Limitazione dei movimenti dell’articolazione scapolo-omerale ai gradi estremi
3
225. Esiti di lussazione di spalla, apprezzabili strumentalmente, in assenza di ripercussioni funzionali
Fino a 4
226.
Instabilità di spalla:
  1. di grado severo (a tipo lussazione abituale)
  2. di grado medio (a tipo lussazione recidivante)
 
d. 12 -n.d. 10 9
d. 6 – n.d. 5 9

 
227.
Esiti di lesione delle strutture muscolo-tendinee della spalla, apprezzabili strumentalmente, non comprensive del danno derivante dalla limitazione funzionale
Fino a 4
228.
Esiti di lesioni tendinee del muscolo bicipite brachiale, a seconda del deficit di forza
Fino a 6
229.
Esiti di frattura d’omero diafisaria, viziosamente consolidata, con dismorfismo, in assenza o con sfumata compromissione funzionale
Fino a 4
230.
Anchilosi del gomito in posizione favorevole con prono-supinazione libera
d. 18
n.d. 15 9
231.
Anchilosi del gomito in posizione sfavorevole
d. 24
n.d. 20 9
232.
Esiti di epicondiliti, epitrocleiti e patologie muscolo-tendinee assimilabili, apprezzabili strumentalmente, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale, a seconda della mono o bilateralità
Fino a 5
233.
Perdita totale dell’avambraccio, a seconda dell’applicazione di protesi efficace
d. 50-55
n.d. 40-45 9
234.
Esiti di frattura di radio, viziosamente consolidata, in assenza o con sfumata compromissione funzionale
Fino a 4
235.
Esiti di frattura di ulna, viziosamente consolidata, in assenza o con sfumata compromissione funzionale
Fino a 4
236.
Anchilosi del polso in estensione rettilinea, in supinazione
d. 20
n.d. 169
237.
Anchilosi del polso in estensione rettilinea, senza limitazione della pronosupinazione
d. 10
n.d. 89
238.
Movimenti di flesso-estensione del polso limitati ai gradi estremi
2
239.
Perdita bilaterale della mano
75
240.
Perdita della mano
d. 55
n.d. 459
241.
Perdita di tutte le dita della mano
d. 48
n.d. 419
242.
Perdita del pollice e del I metacarpo
d. 22
n.d. 189
243.
Perdita totale del pollice
d. 20
n.d. 169
244.
Perdita totale dell’indice
d. 11
n.d. 99
245.
Perdita totale del medio
d. 7
n.d. 69
246.
Perdita totale dell’anulare
d. 6
n.d. 59
247.
Perdita totale del mignolo
d. 8
n.d. 79
248.
Perdita della falange ungueale del pollice
d. 9
n.d. 89
249.
Perdita della falange ungueale dell’indice
d. 5
n.d. 49
250.
Perdita della falange ungueale del medio
d. 3
n.d. 29
9. Le sigle d. e n.d. sono da riferirsi, rispettivamente, a lato o arto dominante ed a lato o arto non dominante.
12. Per quanto attiene alla perdita dei due arti superiori, il valore massimo dell’85% va riservato ai casi di amputazione di entrambi gli arti superiori con eventuale sofferenza dolorosa del moncone.
 
251 Perdita della falange ungueale dell’anulare 2
252. Perdita della falange ungueale del mignolo
d. 3
n.d. 29
253 Perdita delle ultime due falangi dell’indice
d. 7
n.d. 69
254. Perdita delle ultime due falangi del medio
d. 5
n.d. 49
255. Perdita delle ultime due falangi dell’anulare 3
256. Perdita delle ultime due falangi del mignolo
d. 5
n.d. 49
257. Esiti di frattura di scafoide con evoluzione in pseudoartrosi Fino a 5
258. Esiti di frattura di altro osso carpale, apprezzabili strumentalmente, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 3
259. Esiti di frattura del primo osso metacarpale apprezzabili strumentalmente, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 3
260. Esiti di frattura di altro osso metacarpale, apprezzabili strumentalmente, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 2
261. Anchilosi del pollice (metacarpofalangea e interfalangea) in posizione favorevole
d. 15
n.d. 129
262. Anchilosi dell’articolazione interfalangea del pollice
d. 5
n.d. 49
263. Anchilosi rettilinea dell’indice
d. 8
n.d. 59
264. Anchilosi rettilinea del medio
d. 5
n.d. 49
265. Anchilosi rettilinea dell’anulare 3
266. Anchilosi rettilinea del mignolo
d. 5
n.d. 49
267. Esiti di tenovaginaliti del distretto polso-mano, apprezzabili strumentalmente, a seconda del grado e dell’estensione, in assenza o con sfumata limitazione funzionale Fino a 4
268. Perdita totale di coscia, bilateralmente, a seconda dell’applicazione di protesi efficace Fino a 80
269. Perdita totale di coscia per disarticolazione coxo-femorale, a seconda dell’applicazione di protesi efficace 45-60
270. Perdita di una coscia in qualsiasi altro punto, a seconda dell’applicazione di protesi efficace 35-50
271. Anchilosi completa coxo-femorale con arto in posizione favorevole 30
272.
Esiti di frattura di femore, apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale
Fino a 8
273 Anchilosi rettilinea del ginocchio (180°) 23
274 Esiti di patellectomia, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 6
275 Deficit articolare del ginocchio con flessione possibile da 50° a 90° 0 – 7
276. Deficit articolare del ginocchio con estensione impossibile negli ultimi 15° (da 165° a 180°) 13 Fino a 12
277. Lassità articolare del ginocchio per lesioni legamentose che non necessitano di intervento (a tipo di rotture parziali di un legamento, oppure di rotture complete ma ben compensate dal tono muscolare) Fino a 4
278. Lassità articolare del ginocchio da rottura di uno dei due legamenti collaterali, non operata Fino a 7
279. Lassità articolare del ginocchio da rottura, parziale o totale, di uno dei due legamenti crociati, non operata Fino a 8
280. Lassità articolare del ginocchio da rottura, parziale o totale, dei due legamenti crociati, non operata e bisognevole di tutore Fino a 16
281. Esiti di condropatie, a seconda del grado, non comprensivi del danno derivante dalla limitazione funzionale Fino a 4
282. Esiti di meniscectomia artroscopica 2
283. Esiti di rottura di un menisco, non operata, a seconda del riflesso sulla funzionalità articolare Fino a 4
284. Esiti di borsectomia, sinoviectomia, a seconda del comparto aggredito chirurgicamente, in assenza di compromissione funzionale, a seconda della mono o bilateralità Fino a 5
285. Perdita della gamba al terzo medio con ginocchio mobile, a seconda dell’applicazione di protesi efficace 30-40
286 Perdita del piede 30
287. Perdita dell’avampiede, a seconda del livello Fino a 20
288. Perdita anatomica dell’alluce 4
289. Perdita delle altre dita del piede, a seconda del numero Fino a 4
290. Esiti di frattura isolata di tibia apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 3
291. Esiti di frattura isolata di perone apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 3
292. Esiti di fratture biossee della gamba, apprezzabili con indagini strumentali, con disturbi di circolo, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 8
293. Anchilosi della caviglia in posizione favorevole 12
294. Anchilosi in posizione favorevole della caviglia e del complesso sottoastragalico-mediotarsico 15
295. Esiti di rottura, parziale o totale, del tendine d’Achille, trattati chirurgicamente Fino a 8
296. Esiti di frattura del calcagno apprezzabili con indagini strumentali, con disturbi di circolo, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 8
297. Esiti di frattura dell’astragalo apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 5
298. Esiti di frattura dello scafoide apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 3
299. Esiti di frattura del cuboide apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 2
300. Esiti di frattura di un cuneiforme apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 2
9. Le sigle d. e n.d. sono da riferirsi, rispettivamente, a lato o arto dominante ed a lato o arto non dominante.
13. I gradi compresi tra 180° e 175° comportano una valutazione minima.
.
301. Esiti di frattura del primo metatarso apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 2
302. Esiti di frattura di due o più metatarsi, comprensivi del primo e/o del quinto, apprezzabili con indagini strumentali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 4
303. Anchilosi favorevole prima metatarso-falangea 3
304. Anchilosi favorevole di due o più articolazioni metatarso falangee comprensive del primo e del quinto raggio Fino a 5
305. Anchilosi dell’interfalangea dell’alluce 2
306. Mezzi di sintesi in sede non comprensivi del danno derivante dalla limitazione funzionale del corrispondente segmento osteo-articolare Fino a 3
307. Artroprotesi di anca, non comprensiva del danno funzionale, a seconda dell’età Fino a 5
308. Artroprotesi di ginocchio, non comprensiva del danno funzionale, a seconda dell’età Fino a 4
309. Accorciamento di arto intorno a 5 cm, a seconda dell’efficacia del presidio ortopedico Fino a 6
310. Sordità completa unilaterale 12
311. Sordità completa bilaterale 50
312. Deficit uditivo bilaterale parziale Vedasi all. n.1
313. Acufeni Vedasi all. n.1
314. Vertigine parossistica posizionale benigna Fino a 4
315. Sindrome labirintica deficitaria unilaterale o bilaterale, in accettabile compenso Fino a 5
316. Sindrome labirintica deficitaria unilaterale mal compensata Fino a 10
317. Sindrome vestibolare centrale disarmonica Fino a 18
318. Disturbi della funzione gustativa sino all’ageusia Fino a 5
319. Disturbi della funzione olfattiva con residua capacità funzionale Fino a 5
320. Anosmia vera 8
321. Sinusopatia cronica mascellare, a seconda dei sintomi e dell’impegno del seno Fino a 5
322. Sinusopatia cronica etmoido-sfenoidale o frontale, a seconda dei sintomi e dell’impegno del seno Fino a 7
323. Esiti di frattura delle ossa nasali con minima alterazione del profilo nasale e lievi difficoltà respiratorie Fino a 4
324. Esiti di frattura delle ossa nasali con minima alterazione del profilo nasale diminuzione della pervietà nasale bilaterale intorno al 50% Fino a 10
325. Esiti di lesioni traumatiche o malattia cronica del laringe che incidono apprezzabilmente sulla funzione fonatoria Fino a 8
326. Esiti di lesioni traumatiche o malattia cronica del laringe che determinano una disfonia molto grave ovvero subtotale Fino a 30
327. Rinite allergica, a seconda degli episodi Fino a 10
328. Esiti di exeresi polmonare segmentaria o atipica, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 8
329. Esiti di exeresi lobare, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 12
330. Esiti di exeresi polmonare totale monolaterale Fino a 25
331. Danno anatomico (a tipo: placche pleuriche; ovvero esiti di processo specifico; esito di scissuriti) in assenza o con sfumata ripercussione funzionale Fino a 5
332. Danno anatomico riferibile a nodulazioni parenchimali, in assenza o con sfumata ripercussione funzionale, a seconda dell’estensione Fino a 6
333. Insufficienza respiratoria lieve, secondo i parametri di cui all’all. 2 parte A Fino a 15
334. Insufficienza respiratoria media, secondo i parametri di cui all’all. 2 parte A Fino a 40
335. Insufficienza respiratoria grave, secondo i parametri di cui all’all. 2 parte A Fino a 60
336. Insufficienza respiratoria severa, secondo i parametri di cui all’all. 2 parte A > 60
337. Stato di sensibilizzazione ad allergeni con risposta dell’apparato respiratorio, eccezionali episodi anafilattici Fino a 5
338. Crisi asmatiche documentate con assenza di deficit ventilatorio nel periodo intercritico, a seconda della frequenza delle riacutizzazioni e dell’entità delle crisi Fino a 8
339. Asma, prima classe secondo i parametri di cui all’all.2 parte B Fino a 20
340. Asma, seconda classe secondo i parametri di cui all’all.2 parte B Fino a 35
341. Asma, terza classe secondo i parametri di cui all’all.2 parte B Fino a 60
342. Asma, quarta classe secondo i parametri di cui all’all.2 parte B > 60
343. Stato di male asmatico, a seconda dell’insufficienza ventilatoria, della natura e della gravità delle complicanze extrapolmonari > 70
344. Esiti di evirazione totale, comprensiva delle turbe psico-relazionali, a seconda dell’età Fino a 50
345. Perdita del pene, senza applicazione di correttivo, comprensiva delle turbe psicorelazionali, a seconda dell’età Fino a 40
346. Impotentia coeundi organica (non corretta), comprensiva delle turbe psicorelazionali, a seconda dell’età Fino a 30
347. Impotentia coeundi lieve correggibile con trattamento medico o difficoltà al coito psicogena, comprensiva delle turbe psicorelazionali, a seconda dell’età Fino a 15
348. Castrazione totale, comprensiva delle turbe psicorelazionali, a seconda dell’età Fino a 30
349. Perdita di un testicolo 6
350.
Isteroannessiectomia totale:
  1. dalla pubertà fino ai 45 anni con incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
  2. oltre 45 anni con incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
——–
Fino a 40
Fino a 25
351.
Isterectomia:
  1. fino ai 45 anni con eventuale incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
  2. oltre 45 anni con eventuale incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
———-
Fino a 35
Fino a 15
352.
Ovariectomia bilaterale:
  1. dalla pubertà fino ai 45 anni con incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
  2. oltre i 45 anni con incidenza sull’attività sessuale e strutturazione di quadri psichiatrici
————
 
Fino a 30
Fino a 20
353. Ovariectomia monolaterale, a seconda dell’età Fino a 6
354. Dismetrie del bacino (oltre al danno ortopedico) con necessità di parto per via addominale (impotentia parturiendi) Fino a 7
355. Dispareunia e/o perturbazioni della sfera psico-sessuale dimostrabili e di cui possa essere accertata la causa Fino a 15
356. Perdita di un rene (con rene superstite indenne), comprensiva degli esiti chirurgici cutanei 18
357. Perdita di entrambi i reni con trattamento dialitico Fino a 75
358. Trapianto renale, con necessità terapeutica, e segni di insufficienza renale, a seconda della gravità (lieve, moderata) Fino a 45
359. Trapianto renale con insufficienza d’organo e manifestazioni secondarie della terapia adottata di grado severo Fino a 60
360. Idronefrosi unilaterale, a seconda dei disturbi funzionali Fino a 25
361. Insufficienza renale 14 di lieve entità Fino a 10
362. Insufficienza renale moderata Fino a 25
363. Insufficienza renale grave Fino a 40
364. Insufficienza renale severa > 50
365. Cistite cronica Fino a 12
366. Esiti di rottura della vescica trattati chirurgicamente, a seconda dei disturbi funzionali e flogistici Fino a 12
367. Cistectomia definitiva, a seconda dell’efficacia del trattamento chirurgico Fino a 25
368. Incontinenza urinaria assoluta, non migliorabile con mezzi palliativi, a seconda dell’età Fino a 20
369. Cecità assoluta bilaterale 85
370. Cecità assoluta monolaterale 28
371. Deficit dell’acuità visiva Vedasi all. n. 3, Parte A
372. Deficit del campo visivo Vedasi all. n. 3, Parte B
373.. Pseudoafachia, a seconda se monoculare o binoculare, comprensiva della correzione con lenti Fino a 5
374. Afachia monoculare Vedasi all. n.3, Parte C
375. Afachia binoculare Fino a 10
376. Diplopia nelle posizioni alte dello sguardo, a seconda dei meridiani interessati Fino a 10
377. Diplopia nella parte inferiore del campo, a seconda dei meridiani interessati Fino a 20
378. Diplopia nel campo centrale Fino a 25
379. Diplopia in tutte le posizioni dello sguardo senza neutralizzazione, tale da obbligare ad occludere un occhio in permanenza Fino a 28
380. Acromatopsia, Discromatopsia Fino a 8
381. Enucleazione o atrofia del bulbo oculare con possibilità di protesi estetica 28
382. Enucleazione o atrofia del bulbo oculare, senza possibilità di protesi estetica 35
383. Enucleazione di entrambi i bulbi oculari senza possibilità di protesi estetica Fino a 90
384. Blefarospasmo Fino a 5
385. Ectropion, entropion, lagoftalmo, epifora Fino a 5
386.
Obliterazione delle vie lacrimali, a seconda dei disturbi secondari 15
  1. monolaterale
  2. bilaterale
——-
 
Fino a 4

Fino a 10

387. Correzione con lenti, a seconda del potere refrattivo Fino a 3
 
14. Le diverse classi d’insufficienza renale si individuano come di seguito:
  • i.r. lieve: clearance creatinina tra 80 e 60 ml/min, cretininemia normale,
    i.r. moderata: clearance creatinina tra 59 e 46 ml/min, cretininemia inferiore a 1.3 mg,
    i.r. grave: clearance creatinina tra 45 e 16 ml/min, cretininemia tra 1.5 e 7 mg,
    i.r. severa: clearance creatinina inferiore a 15 ml/min, cretininemia sup.re a 7 mg.
15. La valutazione del danno oculare monolaterale, qualora concomitino più patologie di annessi, dovrà computare tutte le fattispecie in una stima complessiva sino ad un massimo del 10%.
.
ALLEGATO 1 (ipoacusie)
Per la valutazione delle ipoacusie intermedie si propone la tabella elaborata da Marello nella quale sono prese in considerazione cinque frequenze: 500, 1000, 2000, 3000 e 4000 Hz.
La tabella assegna un valore ponderato per ogni singola frequenza. Ne consegue che ognuna di queste ha un diverso peso nella produzione del danno uditivo.
perdita uditiva In dB percentuali di deficit per singole frequenze
500 Hz 1000 Hz 2000 Hz 3000 Hz 4000 Hz
25 0 0 0 0 0
30 1.25 1.5 1.75 0.4 0.1
35 2.5 3 3.5 0.8 0.2
40
5
6 7 1.6 0.4
45 7.5
9
10.5 2.4 0.6
50 11.25 13.5 15.75 3.6 0.9
55 15 18 21 4.8 1.2
60 17.5 21 24.5 5.6 1.4
65 18.75 22.5 26.25 6 1.5
70 20 24 28 6.4 1.6
75 21.25 25.5 29.75 6.8 1.7
80 22.5 27 31.5 7.2 1.8
85 23.75 28.5 33.25 7.6 1.9
90 25 30 35 8 2
 
In tutti i casi di perdita uditiva bilaterale, la percentuale di danno biologico si ricava calcolando la perdita di funzionalità uditiva per ciascun orecchio ed applicando la seguente formula:
danno = { [ (4 x orecchio migliore) + orecchio peggiore] } X 0,5
                                    5
Nel caso di deficit uditivo unilaterale si sommano i valori corrispondenti alla perdita in dB per ciascuna frequenza.
La valutazione del danno biologico inerente il solo orecchio leso sarà il risultato dell’applicazione della percentuale totale (somma delle percentuali relative alle singole frequenze) rapportata a 12 (valore previsto per la sordità monolaterale).

In relazione alla valutazione di menomazioni preesistenti, lavorative o non, si rimanda a quanto già esposto in sede di criteri applicativi generali.

Gli acufeni sono compresi nel danno ipoacusico tabellato e non danno luogo ad indennizzo qualora concorrano nella loro forma ordinaria.
Per tali esiti può essere prevista una percentuale pari a 1 – 2% qualora essi non accompagnino un’ipoacusia già valutata e sia possibile documentare la loro eccezionale persistenza a distanza di uno o due anni dal trauma.
ALLEGATO 2 (pneumopatie)
PARTE A
Tabella relativa alle PNEUMOPATIE OSTRUTTIVE con riferimento all’indice FEV1
Riduzione percentuale dell’indice Percentuale di danno biologico
Insufficienza respiratoria LIEVE
-25% 6%
-35% 11%
-40% 15%
Insufficienza respiratoria MEDIA
-45% 20%
-55% 33%
-60% 40%
Insufficienza respiratoria GRAVE
FEV1 ridotto a meno di 1/3 e contestuale compromissione anche degli altri indici
Dispnea stadio IV
Complicanze extrapolmonari in parziale compenso
Ipossiemia con riduzione della PaO2 intorno al 55% del valore normale
Fino a 60%
Insufficienza respiratoria SEVERA
FEV1 ridotto a meno del 70%, con contestuale compromissione anche degli altri indici
Dispnea stadio V
Complicanze extrapolmonari, a seconda della gravità
Ipossiemia con PaO2 ridotta per oltre il 55% rispetto al valore normale
Ipercapnia (> 50 mmHg)
Ossigenoterapia a permanenza
> 60%
 
 
 
Tabella relativa alle PNEUMOPATIE RESTRITTIVE con riferimento all’indice FVC
Riduzione percentuale dell’indice Percentuali di danno biologico
Insufficienza respiratoria LIEVE  
-25% 6%
-35% 11%
-40% 15%
Insufficienza respiratoria MEDIA
-45% 25%
-50% 40%
Insufficienza respiratoria GRAVE
FVC ridotto a meno del 50%, con contestuale compromissione anche degli altri indici.
Complicanze extrapolmonari in parziale compenso
Ipossiemia con PaO2 intorno al 55% del valore normale di riferimento
Fino a 60%
Insufficienza respiratoria SEVERA
FVC ridotto a meno di 1/3, con contestuale compromissione anche degli altri indici
Dispnea stadio V
Complicanze extrapolmonari, a seconda della gravità
Ipossiemia con PaO2 ridotta per oltre il 55% rispetto al valore normale di riferimento
Ipercapnia (> 50 mmHg)
Ossigenoterapia a permanenza
> 60%
 
 
 
Tabella relativa alle INTERSTIZIOPATIE pure con riferimento all’indice DLCO
Riduzione percentuale dell’indice Percentuali di danno biologico
Insufficienza respiratoria LIEVE
-25% 6%
-35% 11%
-40% 15%
Insufficienza respiratoria MEDIA
-45% 25%
-50%, con contestuale compromissione anche degli altri indici 40%
Insufficienza respiratoria GRAVE
DLCO ridotta a meno del 50%, con contestuale compromissione anche degli altri indici.
Complicanze extrapolmonari in parziale compenso
Ipossiemia con PaO2 intorno al 55% del valore normale di riferimento
Fino a 60%
Insufficienza respiratoria SEVERA
DLCO ridotto a meno di 1/3, con contestuale compromissione anche degli altri indici
Dispnea stadio V
Complicanze extrapolmonari, a seconda della gravità
Ipossiemia con PaO2 ridotta per oltre il 55% rispetto al valore normale di riferimento
Ipercapnia (> 50 mmHg)
Ossigenoterapia a permanenza
> 60%
 
 
 
 

In caso di pneumopatie con deficit a tipo misto, la valutazione sarà guidata dall’indice di ostruzione o di restrizione, indicato nelle rispettive tabelle di cui sopra, maggiormente compromesso. PARTE B

Tabella relativa all’ASMA con riferimento all’indice FEV1
Riduzione percentuale dell’indice Percentuali di danno biologico
ASMA prima classe
-25% Fino a 12%
-35% Fino a 16%
-40% Fino a 20%
ASMA seconda classe
-45% Fino a 35%
ASMA terza classe
-50% Fino a 42%
FEV1 ridotto oltre il 50%, con contestuale compromissione anche degli altri indici
Ipossiemia con PaO2 ridotta intorno al 55% del valore normale di riferimento
Fino a 60%
ASMA quarta classe
FEV1 ridotto a meno di 1/3, con contestuale compromissione anche degli altri indici
Dispnea stadio V
Complicanze extrapolmonari, a seconda della gravità
Ipossiemia con PaO2 ridotta per oltre il 55% rispetto al valore normale di riferimento
Ipercapnia (> 50 mmHg)
Ossigenoterapia a permanenza
> 60%
La dizione “fino a“, relativamente al danno per l’asma, è utilizzata perché il danno complessivo in questo caso è funzione anche del numero e della frequenza della crisi.
 
ALLEGATO 3 parte A (deficit acuità visiva)
PARTE A
La percentuale relativa al danno biologico conseguente a menomazione da deficit dell’acuità visiva è calcolata, di norma, sull’acutezza visiva per lontano.
Di seguito è proposta la tabella di valutazione.
  visus residuo per lontano in occhio peggiore
Visus Residuo per lontano in occhio migliore   9 /10 8 /10 7 /10 6 /10 5 /10 4 /10 3 /10 2 /10 1 /10 1 /20 < 1 /20 OS  *
10/10 1 1 3 5 7 9 14 18 22 24 26      28
9/10 3 3 5 7 9 11 16 20 24 26 28
30
8/10   3 5 7 9 11 16 20 24 26 28 30
7/10     9 11 13 15 20 24 28 30 32 34
6/10       15 17 19 24 28 32 34 36 38
5/10         21 23 28 32 36 38 40 42
4/10           27 32 36 40 42 44 46
3/10             42 46 50 52 54 56
2/10               54 58 60 62 64
1/10                 67 69 71 73
1/20                   73 75 77
<1/20                     79 81
  OS*                       85
 
OS* : L’acronimo equivale alla dizione occhio spento
Le percentuali si riferiscono al visus corretto. In caso di lenti non tollerate la valutazione va effettuata sul visus naturale. La valutazione del danno è effettuata con misurazione del visus per lontano.
Solo qualora siano presenti rilevanti dissociazioni tra l’incapacità visiva per lontano e quella per vicino sarà necessario tenere conto di un’apposita tavola di rilevazione.
In tale eventualità, sarà opportuno ricavare il danno biologico effettuando la media aritmetica dei valori derivanti dalla misurazione per lontano e per vicino secondo la seguente formula:
 
(danno per lontano + danno per vicino) : 2
Sulla scorta di tale raccomandazione si propone di seguito un tavola relativa al danno per vicino. L’esame per vicino è limitato e giustificato, al massimo, sino al 10° carattere.
   
visus  residuo per vicino in occhio migliore   1° c. 2° c. 3° c. 4° c. 5° c. 6° c. 7° c. 8° c. 9° c. 10° c.
1° c. 0 2 2 7 10 13 16 20 25 28
2° c.   6 6 11 14 17 20 24 29 32
3° c.     6 11 14 17 20 24 29 32
4° c.       23 26 29 32 36 41 44
5° c.         34 37 40 44 49 52
6° c.           43 46 50 55 58
7° c.             51 55 60 63
8° c.               62 67 70
9° c.                 75 78
10° c.                   85
In relazione alla valutazione di menomazioni preesistenti, lavorative o non, si rimanda a quanto già esposto in sede di criteri applicativi generali.
.
ALLEGATO 3 parte B, parte C (deficit acuità visiva)
PARTE B
Per la determinazione del campo visivo, l’accertamento deve essere eseguito mediante perimetria computerizzata.
Per la valutazione percentuale dei punti difettosi, deve essere seguito il criterio in base al quale un difetto assoluto ha valore di “0,8” ed un difetto relativo ha un valore di “0,4”. [Prima ipotesi]
Nei casi in cui i punti con difetto assoluto siano pari o superiori a 70 sui 100 esaminati, il valore di ognuno di essi sarà pari a “1”, mentre i punti con difetto relativo in questo caso hanno un valore di “0.5”. [Seconda ipotesi]
Ne deriva che ai fini della valutazione del danno possano prospettarsi due ipotesi:
Prima ipotesi
Se vengono esplorati 100 punti e di questi 30 sono normali, 30 presentano un difetto assoluto, 40 un difetto relativo, il danno viene così calcolato:
30 punti normali (30% dei punti esaminati) danno oculistico 0%
30 punti con difetto assoluto (30% dei punti esaminati x 0,8) danno oculistico 24%
40 punti con difetto relativo (40% dei punti esaminati x 0,4) danno oculistico 16%
danno oculistico complessivo = 40% del valore dell’occhio
Danno biologico permanente:
40 x 28
100
= 11%
Seconda ipotesi
Se vengono esplorati 100 punti e di questi 10 sono normali, 75 presentano un difetto assoluto, 15 un difetto relativo, il danno viene così calcolato:
10 punti normali (10% dei punti esaminati) danno oculistico 0%
75 punti con difetto assoluto (75% dei punti esaminati x 1) danno oculistico 75%
15 punti con difetto relativo (15% dei punti esaminati x 0,5) danno oculistico 7.5%
danno oculistico complessivo = 82.5% del valore dell’occhio
Danno biologico permanente: 81 x 28 100 = 23%
Per la valutazione del danno binoculare si esegue lo stesso tipo di esame e si calcola il valore medio relativo al danno oculistico per i due occhi.
Il danno biologico permanente sarà il risultato dell’applicazione del predetto valore alla seguente formula:
Danno biologico permanente: (Valore medio x 85)

            100
PARTE C
Afachia monolaterale
Tabella relativa ad occhio afachico qualora migliore (Tab. C1) e tabella relativa ad occhio afachico qualora peggiore (Tab. C2).
Nei casi in cui l’acuità visiva dei due occhi risulti uguale, l’occhio afachico è da presumersi sempre quale occhio peggiore, con conseguente applicazione della tabella relativa.

Tab. C1

  visus residuo per lontano in occhio migliore afachico
visus  residuo per lontano in occhio peggiore   10 / 10 9 /10 8 /10 7 /10 6 /10 5 /10 4 /10 3 /10 2 /10 1 /10 1 /20 < 1 /20 OS*
10/10 0                        
9/10 11                        
8/10 11 13                      
7/10 13 15 15                    
6/10 15 17 17 21                  
5/10 17 19 21 23 25                
4/10 19 21 21 25 27 31              
3/10 24 26 26 30 32 36 38            
2/10 28 30 30 34 36 40 42 53          
1/10 32 34 34 38 40 44 46 57 67        
1/20 34 36 36 40 42 46 48 59 69 74      
<1/20 36 38 38 42 44 48 50 61 71 76 81    
OS* 38 40 40 44 46 50 52 63 73 78
83
85 /
OS* : L’acronimo equivale alla dizione occhio spento
 
Tab. C2
  visus residuo per lontano in occhio peggiore afachico
visus  residuo per lontano in occhio migliore   10  / 10 9 /10 8 /10 7 /10 6 /10 5 /10 4 /10 3 /10 2 /10 1 /10 1 /20 < 1  /20 OS*
10/10
10
10 11 12 14 16 18 21 23 25
26
28 28
9/10   12 13 14 16 18 20 23 25 27 28 30 30
8/10     13 14 16 18
20
23
25
27 28 30 30
7/10       18 20 22 24 27 29 31 32 34 34
6/10         24 26 28 31 33 35 36 38 38
5/10           30 32 35 37 39 40 42 42
4/10             36 39 41 43 44 46 46
3/10               49 51 53 54 56 56
2/10                 59 61 62 64 64
1/10                   70 71 73 73
1/20                     75 77 77
<1/20                       81 81
OS*                         85
 
OS* : L’acronimo equivale alla dizione occhio spento


L’applicazione delle tabelle alle menomazione del singolo lavoratore infortunato non è affatto semplice e spesso potrebbero esserci delle difficoltà, soprattutto nei casi dove esiste un’indicazione di un intervallo di percentule piuttosto che una percentuale fissa,

Ma a ben vedere, anche le indicazioni con percentuale fissa spesso rappresentano un valore di riferimento massimo che bisogna convenientemente applicare ai casi specifici.
Un testo di utilizzo professionale che mi sento di indicare è il seguente:

Danno biologico. Le tabelle di leggeGiuffrè Editrice – 31 lug 2006 –di Giuseppe Cimaglia (Autore),‎ Patrizio Rossi (Autore)

Entrambi gli autori sono stati tra i dirigenti medici più autorevoli della Direzione Generale dell’INAIL e questo testo viene ancora utilizzato correntemente, a mia conoscenza, dai medici dell’INAIL. Alle voci tabellari sono aggiunte numerose note per una migliore valutazione del danno, soprattutto nei casi più controversi quando potrebbero esserci dubbi sull’applicazione dei valori minomi o massimi indicati.
E’ reperibile, ad un buon prezzo, su Amazon.
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